Artista:
Elisa Muliere
A cura di:
Alice Zannoni e Adiacenze
Periodo:
17 novembre 2018 – 12 gennaio 2019
Foto di:
Giulia Mazza
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Il titolo dell'esposizione è una citazione di Italo Calvino tratta dal libro Se una notte d'inverno un viaggiatore che la curatrice ha individuato come ideale per raccontare la poetica di Elisa Muliere facendo riferimento alla relazione che le opere instaurano con il fruitore nell'ambito di una libera gestione del tempo di lettura dell'opera stessa e che, in questo caso, non è solo una possibilità offerta, ma è soprattutto il punto focale che determina la produzione dei lavori.
In mostra fino al 12 gennaio 2019 un nuovo ciclo pittorico e un'inedita sperimentazione scultorea, entrambi presentano un'intensa carica vitale e sono intrisi di un'urgenza primigenia di stare al mondo, dove “urgenza” è la condizione che motiva e “primigenia” è una qualifica che non significa “che è stata e non sarà più”, bensì che nel suo essere fonte originaria, genera e si rinnova ogni mattina determinando l'esistenza con la necessità di agire in un certo modo.
Nei lavori l'artista trova il contatto con il proprio sentire accompagnando la ricerca verso la dimensione creativa con il suono, ma la musica, seppur guida, non decide il tempo di produzione dell'opera: il tempo lo decide il colore scelto, il tempo lo decide l'arto, l'apertura del braccio, il tempo lo decide il pennello individuato, l'intensità della ripetizione, in poche parole il tempo lo decide Elisa Muliere che diviene una sorta di convettore tra l'attività del suo spirito e la possibilità che esso ha di manifestarsi attraverso la gestualità.
L'aspetto sonoro che conduce la produzione delle opere non sarà presente in mostra per una specifica scelta curatoriale motivata dal fatto di non voler condizionare l'osservatore che è invitato invece a cercare il proprio ritmo, il proprio tempo intimo nelle opere: “Ora il tempo lo decidi tu che guardi l'opera, magari adesso che sai come nasce puoi immedesimarti di più, puoi provare ad immaginare il suono del pennello e il suo accordo con il colore, puoi sentire la distonia di un gesto che ripassa se stesso come per cancellarsi e invece si compie, puoi ascoltare con gli occhi”. Le ceramiche, raccolte sotto il titolo di Paesaggi emotivi, sono altri strumenti con cui l'artista raccoglie la traccia delle sensazioni, “pettinando” l'impasto con la gestualità irruente, manipolando le terre con gli alti e bassi dell'umore, segnando le vibrazioni con un vigoroso martellare o adoperandosi chirurgicamente con un taglio netto sulla materia. Ogni pezzo ha la propria identità e rappresenta solo se stesso, ma l'opera va “ascoltata” nella coralità dell'esecuzione complessiva in cui la continuità “da pezzo a pezzo” traccia la musicalità armonica o distonica, di ascendenza o discendenza del ritmo emotivo. Dal 23 novembre inoltre, in occasione di BilBolBul il Festival Internazionale di Fumetto, sarà esposta anche una selezione delle tavole originali del libro d'artista Il mio regno che Elisa Muliere ha da poco pubblicato con la casa editrice Edizioni Sido ispirandosi a Il principe felice di Oscar Wilde. Sarà interessante osservare come il profilo di illustratrice si integra con quello dell'artista dando vita a lavori che, seppur dissimili per necessità di pertinenza, nascono entrambi dalla necessità si stabilire un contatto con il circostante.
Il 15 dicembre il libro sarà presentato ad Adiacenze con un talk dedicato.
Nei lavori l'artista trova il contatto con il proprio sentire accompagnando la ricerca verso la dimensione creativa con il suono, ma la musica, seppur guida, non decide il tempo di produzione dell'opera: il tempo lo decide il colore scelto, il tempo lo decide l'arto, l'apertura del braccio, il tempo lo decide il pennello individuato, l'intensità della ripetizione, in poche parole il tempo lo decide Elisa Muliere che diviene una sorta di convettore tra l'attività del suo spirito e la possibilità che esso ha di manifestarsi attraverso la gestualità.
L'aspetto sonoro che conduce la produzione delle opere non sarà presente in mostra per una specifica scelta curatoriale motivata dal fatto di non voler condizionare l'osservatore che è invitato invece a cercare il proprio ritmo, il proprio tempo intimo nelle opere: “Ora il tempo lo decidi tu che guardi l'opera, magari adesso che sai come nasce puoi immedesimarti di più, puoi provare ad immaginare il suono del pennello e il suo accordo con il colore, puoi sentire la distonia di un gesto che ripassa se stesso come per cancellarsi e invece si compie, puoi ascoltare con gli occhi”. Le ceramiche, raccolte sotto il titolo di Paesaggi emotivi, sono altri strumenti con cui l'artista raccoglie la traccia delle sensazioni, “pettinando” l'impasto con la gestualità irruente, manipolando le terre con gli alti e bassi dell'umore, segnando le vibrazioni con un vigoroso martellare o adoperandosi chirurgicamente con un taglio netto sulla materia. Ogni pezzo ha la propria identità e rappresenta solo se stesso, ma l'opera va “ascoltata” nella coralità dell'esecuzione complessiva in cui la continuità “da pezzo a pezzo” traccia la musicalità armonica o distonica, di ascendenza o discendenza del ritmo emotivo. Dal 23 novembre inoltre, in occasione di BilBolBul il Festival Internazionale di Fumetto, sarà esposta anche una selezione delle tavole originali del libro d'artista Il mio regno che Elisa Muliere ha da poco pubblicato con la casa editrice Edizioni Sido ispirandosi a Il principe felice di Oscar Wilde. Sarà interessante osservare come il profilo di illustratrice si integra con quello dell'artista dando vita a lavori che, seppur dissimili per necessità di pertinenza, nascono entrambi dalla necessità si stabilire un contatto con il circostante.
Il 15 dicembre il libro sarà presentato ad Adiacenze con un talk dedicato.