Artista:
Chiara Gambirasio
Dove:
Via Santa Maria, Comune di Spilamberto
A cura di:
Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi di Adiacenze
Quando:
dal 28 agosto 2021, ore 18, opera permanente
Per informazioni:
Ufficio Cultura del Comune di Spilamberto tel. 059 789966
Adiacenze: info@adiacenze.it
Con il contributo di:
Regione Emilia Romagna
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Sabato 28 agosto 2021, alle ore 18, inaugura in Via Santa Maria a Spilamberto (MO) la scultura Sedimento dell’artista Chiara Gambirasio (Bergamo, 1996).
L’opera di Gambirasio si inscrive nel programma di “Prospettive. Territori d’arte”, seconda edizione del progetto di residenze artistiche a cura di Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi di Adiacenze di Bologna, con il contributo della Regione Emilia-Romagna.
La rassegna, ideata in sinergia con i Comuni di Calderara di Reno (BO), Cotignola (RA) e Valsamoggia (BO) ruota quest’anno intorno al tema “sostenibilità ambientale, territorio e paesaggio”. Le due opere si configurano come l’esito della residenza dell’artista presso la Rocca Rangoni a Spilamberto, tenutasi a luglio 2021, durante la quale l’artista ha avuto modo di conoscere il territorio e la sua storia attraverso gli aneddoti e le testimonianze dei suoi abitanti. In particolare, la ricerca dell’artista e il suo successivo intervento si sono concentrati su via Santa Maria, perpendicolare del corso principale (Umberto I) e storicamente fulcro della vita artigiana di Spilamberto. Oggi, la via è più che altro luogo di passaggio, ma si prepara a riacquisire una nuova centralità e a diventare la “strada della cultura” di Spilamberto: gli spazi dell’ex filanda ospitano già la biblioteca; la chiesa di Santa Maria degli Angeli e il suo ospedale saranno trasformati in “casa della musica” con auditorium. L’opera di Gambirasio si inserisce in questo processo di trasformazione identitaria, proponendosi come “atto fondativo” di un luogo che si apre allo scambio creativo, nuovo punto di riferimento per la comunità locale.
Sedimento è una scultura composta da una serie di blocchi in cemento di differenti tonalità, che l’artista ha “campionato” dagli edifici presenti o visibili da via Santa Maria. Coerentemente con la sua personale ricerca artistica, Gambirasio è partita dall’osservazione cromatica, visiva ed emotiva, della via, per poi creare giochi di corrispondenze tra lo scenario urbano circostante e la sua opera. Prende forma, così, un elemento accentrante e concentrante che riattiva l’armonia e la percezione della strada creandone un riflesso, attraverso il linguaggio del colore.
L’altezza e la composizione dei suoi blocchi la rendono non solo scultura, ma anche seduta: l’opera richiama a sé anche il paesaggio umano, relazionale, di Spilamberto, invitato a fruirne non solo nella sua contemplazione, ma in quanto possibile strumento di aggregazione, socialità e interazione. L’intenzione dell’artista, attraverso il suo intervento (pensato per essere permanente), è di dare vita a una nuova piazza, che trasformi la via da luogo di transito a luogo di sosta.
Gambirasio compie quindi uno sforzo di immaginazione, teso verso le prospettive a lungo termine della via, instaurando un legame tra il suo presente e il suo futuro, senza però dimenticarne il passato. La scultura, infatti, definisce nel suo interno una forma irregolare, naturale: è il “vuoto” lasciato da una mitica pietra di arenaria che, secondo leggende locali, si trovava proprio in via Santa Maria, chiamata per questo “contrada del sasso”. È all’influsso di tale pietra magica che, sempre secondo la leggenda, gli abitanti della via dovrebbero il loro estro creativo e la loro originalità. Al paesaggio visibile dei colori e delle persone, si aggiunge quello invisibile delle storie, di ciò che non c’è più, ma esiste ed è ora reso percepibile, suggerito dalla memoria di questo masso che lega il reale al fantastico.
L’opera di Gambirasio si inscrive nel programma di “Prospettive. Territori d’arte”, seconda edizione del progetto di residenze artistiche a cura di Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi di Adiacenze di Bologna, con il contributo della Regione Emilia-Romagna.
La rassegna, ideata in sinergia con i Comuni di Calderara di Reno (BO), Cotignola (RA) e Valsamoggia (BO) ruota quest’anno intorno al tema “sostenibilità ambientale, territorio e paesaggio”. Le due opere si configurano come l’esito della residenza dell’artista presso la Rocca Rangoni a Spilamberto, tenutasi a luglio 2021, durante la quale l’artista ha avuto modo di conoscere il territorio e la sua storia attraverso gli aneddoti e le testimonianze dei suoi abitanti. In particolare, la ricerca dell’artista e il suo successivo intervento si sono concentrati su via Santa Maria, perpendicolare del corso principale (Umberto I) e storicamente fulcro della vita artigiana di Spilamberto. Oggi, la via è più che altro luogo di passaggio, ma si prepara a riacquisire una nuova centralità e a diventare la “strada della cultura” di Spilamberto: gli spazi dell’ex filanda ospitano già la biblioteca; la chiesa di Santa Maria degli Angeli e il suo ospedale saranno trasformati in “casa della musica” con auditorium. L’opera di Gambirasio si inserisce in questo processo di trasformazione identitaria, proponendosi come “atto fondativo” di un luogo che si apre allo scambio creativo, nuovo punto di riferimento per la comunità locale.
Sedimento è una scultura composta da una serie di blocchi in cemento di differenti tonalità, che l’artista ha “campionato” dagli edifici presenti o visibili da via Santa Maria. Coerentemente con la sua personale ricerca artistica, Gambirasio è partita dall’osservazione cromatica, visiva ed emotiva, della via, per poi creare giochi di corrispondenze tra lo scenario urbano circostante e la sua opera. Prende forma, così, un elemento accentrante e concentrante che riattiva l’armonia e la percezione della strada creandone un riflesso, attraverso il linguaggio del colore.
L’altezza e la composizione dei suoi blocchi la rendono non solo scultura, ma anche seduta: l’opera richiama a sé anche il paesaggio umano, relazionale, di Spilamberto, invitato a fruirne non solo nella sua contemplazione, ma in quanto possibile strumento di aggregazione, socialità e interazione. L’intenzione dell’artista, attraverso il suo intervento (pensato per essere permanente), è di dare vita a una nuova piazza, che trasformi la via da luogo di transito a luogo di sosta.
Gambirasio compie quindi uno sforzo di immaginazione, teso verso le prospettive a lungo termine della via, instaurando un legame tra il suo presente e il suo futuro, senza però dimenticarne il passato. La scultura, infatti, definisce nel suo interno una forma irregolare, naturale: è il “vuoto” lasciato da una mitica pietra di arenaria che, secondo leggende locali, si trovava proprio in via Santa Maria, chiamata per questo “contrada del sasso”. È all’influsso di tale pietra magica che, sempre secondo la leggenda, gli abitanti della via dovrebbero il loro estro creativo e la loro originalità. Al paesaggio visibile dei colori e delle persone, si aggiunge quello invisibile delle storie, di ciò che non c’è più, ma esiste ed è ora reso percepibile, suggerito dalla memoria di questo masso che lega il reale al fantastico.