“Come vedere sé stessi” è il titolo del primo capitolo del libro iconico di Nicholas Mirzoeff “Come vedere il mondo”. Nel 2013 la parola “selfie” è stata proclamata la parola dell’anno dall’Oxford English Dictionary. Le pratiche e forme di autorappresentazione costituiscono una parte fondamentale della cultura visuale nell’era digitale. Ma qual è il rapporto tra il selfie e la tradizione dell’autoritratto d’artista? Quali sono le funzioni e gli usi delle varie forme del racconto del sé? Qual è l’impatto delle tecnologie sul nostro modo di autoritrarci?
Nel corso del workshop tenuto da Anna Gorchakovskaya, esploreremo insieme attraverso strumenti provenienti dai vari ambiti, tra cui
visual studies,
cultural studies e
media studies, l’autoritratto come genere e pratica di descrizione e creazione del sé.
I temi che verranno esplorati durante gli incontri sono i seguenti:
- origini dell’autoritratto come pratica artistica e creativa;
- relazione tra corpo, identità e rappresentazione;
- l’impatto delle nuove tecnologie sulle pratiche di autorappresentazione;
- gli usi sovversivi e radicali dell’autoritratto come genere;
- il potere degli sguardi e l’autoritratto come gesto di presa di spazio e posizione.
>>> A CHI È RIVOLTO
Il workshop è aperto a tutte e tutti, a partecipanti con qualsiasi background e livello di competenze.
È adatto a persone interessate a esplorare temi e ambiti come la storia dell’arte, la cultura visuale, il potere delle immagini, le politiche di rappresentazione e le nuove tecnologie.
>>> METODOLOGIA E OBIETTIVI DEL WORKSHOP
Il tema dell’autoritratto nel corso del workshop verrà affrontato in maniera interdisciplinare, tramite l’analisi di immagini provenienti da high e low culture, dall’ambito di arti visive, cinema e visual culture.
Il workshop si svolge in 6 incontri da due ore ciascuno.
Durante la prima parte del corso creeremo insieme una mappa di parole, termini, teorie e idee che ci aiuteranno ad attraversare il tema dell’autorappresentazione dal punto di vista filosofico, sociologico e artistico. Nel corso della seconda parte del workshop analizzeremo le teorie di sguardi (gaze) ed esploreremo il legame tra corpo, identità e immagine.
In seguito analizzeremo alcuni esempi di autoritratti d’artista nella cultura visuale del XX e XXI secolo, creando un archivio di autorappresentazioni.
Nel corso del quarto incontro parleremo del potere trasformativo e sovversivo dell’autoritratto come strumento per quanto riguarda i “soggetti imprevisti”, le soggettività complesse e mutevoli, invisibilizzate e marginalizzate.
Il quinto incontro del workshop sarà dedicata al rapporto tra l’autoritratto e il selfie e all’impatto delle tecnologie sulle pratiche di autorappresentazione. Esploreremo come i nuovi meccanismi e le piattaforme per l’autorappresentazione possano diventare una fonte di empowerment e agency per i soggetti storicamente esclusi dalla comunicazione visiva.
La parte finale del workshop darà spazio a una discussione a partire dalle immagini e opere nate durante il periodo della quarantena, in cui i soggetti tramite il mezzo dell’autoritratto mettono al centro i propri vissuti e le proprie esperienze.
Esploreremo insieme il potenziale dell’autoritratto come pratica artistica, creativa e politica, a partire dal momento storico, caratterizzato dalla forte presenza dei sé digitali, che stiamo attraversando.
Per maggiori info sul programma e sulle modalità di pagamento: https://bit.ly/329ZF4M
Si ringrazia Giulia Mazza per averci concesso l’utilizzo di un frame dell’opera “
Burning hole in my pocket”.