Artista:
Gloria Dardari
In occasione di:
OpenTour 2019
Inaugurazione:
20 giugno 2019
Periodo:
20 giugno - 26 luglio 2019
La mostra “DISBIOSI” fa parte di Opentour 2019: una festa dell’arte lunga una settimana, dal 17 al 22 giugno, con la quale l’Accademia di Belle Arti di Bologna si apre all’esterno e “invade” numerose sedi e spazi espositivi e culturali cittadini, proponendo al pubblico l’occasione di scoprire e apprezzare i risultati dell’attività che studenti e docenti svolgono nelle aule.
Giovedì 20 giugno alle ore 19.30, Adiacenze inaugura la mostra di Gloria Dardari “Disbiosi”.
Lo spazio espositivo e le sue due stanze sono paragonate dall’artista a un organismo in cui le funzioni dei due poli vitali si invertono. Se nella prima sala vediamo rappresentata la mente nella sua accezione astratta, attraverso un lavoro concepito da Gloria Dardari in maniera più immediata e viscerale, la seconda sala vede metaforicamente allestito un intestino atto a compiere il suo dovere restituendo però un lavoro più freddo e concettuale. Disbiosi, infatti, indica l’alterazione batterica che ha luogo nell’intestino durante la fase di digestione per favorirne il processo. La mente, luogo della luce per eccellenza, oscurata e proposta nel totale buio presenta Dhomus, opera che agisce da attestazione e presa di coscienza di una condizione perlopiù personale.
L’intestino, allestito nel seminterrato solitamente buio, è in questo caso pervaso di luce per renderne visibile ogni suo più angusto angolo e per illuminare a giorno l’opera che dà il titolo all’esposizione, Disbiosi. È come se la stanza stessa producesse l’opera presentata che ne diviene parte estetica e architettonica stabile.
La stessa Gloria Dardari dice: “il mio lavoro si libera dell’eccesso di autoreferenzialità per abbracciare un approccio più universalmente riconoscibile seppur cercando di mantenere il giusto equilibrio tra ragionamento e impulso organico”.
Lo spazio espositivo e le sue due stanze sono paragonate dall’artista a un organismo in cui le funzioni dei due poli vitali si invertono. Se nella prima sala vediamo rappresentata la mente nella sua accezione astratta, attraverso un lavoro concepito da Gloria Dardari in maniera più immediata e viscerale, la seconda sala vede metaforicamente allestito un intestino atto a compiere il suo dovere restituendo però un lavoro più freddo e concettuale. Disbiosi, infatti, indica l’alterazione batterica che ha luogo nell’intestino durante la fase di digestione per favorirne il processo. La mente, luogo della luce per eccellenza, oscurata e proposta nel totale buio presenta Dhomus, opera che agisce da attestazione e presa di coscienza di una condizione perlopiù personale.
L’intestino, allestito nel seminterrato solitamente buio, è in questo caso pervaso di luce per renderne visibile ogni suo più angusto angolo e per illuminare a giorno l’opera che dà il titolo all’esposizione, Disbiosi. È come se la stanza stessa producesse l’opera presentata che ne diviene parte estetica e architettonica stabile.
La stessa Gloria Dardari dice: “il mio lavoro si libera dell’eccesso di autoreferenzialità per abbracciare un approccio più universalmente riconoscibile seppur cercando di mantenere il giusto equilibrio tra ragionamento e impulso organico”.