Inaugurazione:
sabato 1 aprile 2023 dalle 18:30
Artiste:
Livia Ribichini e Giorgia Errera
A cura di:
Linda Carluccio
Sede:
Adiacenze, Vicolo Spirito Santo 1/B, Bologna
Periodo:
dal 1 al 29 aprile 2023
Coordinamento:
A Priori Magazine
In collaborazione con:
zolforosso, Habitat Ottantatre, Parentesi Tonde, Porto Simpatica
Scarica qui il press kit
Sabato 1 aprile 2023 Adiacenze è lieta di presentare EMÈRGERE la prima mostra decentralizzata nata dall’idea di A Priori Magazine. A Priori è una rivista aperta e partecipativa di arte contemporanea che nasce nel 2021 con la forte volontà di creare un confronto diretto fra le Accademia di Belle Arti e gli Istituti ISIA d’Italia.
Dal primo numero editoriale e cartaceo del magazine, i curatori e gli artisti coinvolti inaugurano contemporaneamente la mostra decentralizzata coinvolgendo cinque spazi no-profit di arte contemporanea sparsi sul territorio italiano. Le realtà espositive coinvolte sono Parentesi Tonde a Palermo, Porto Simpatica a Roma, Adiacenze a Bologna, zolforosso a Venezia e Habitat Ottantatre a Verona.
Adiacenze ospita le artiste Giorgia Errera e Livia Ribichini con la curatela di Linda Carluccio. L’esposizione prende quindi avvio dalla ripresa dei dialoghi e confronti attivati oltre un anno fa confluiti nel magazine cartaceo e presenta lavori inediti delle due giovani artiste emergenti. In linea con il sentire di Adiacenze, la mostra espone opere nate in relazione al luogo stesso in cui si installano, perseguendo una sperimentazione delle ricerche delle artiste.
La mostra nasce a partire da riflessioni attorno al tema dello spazio fisico e si allinea con il tema editoriale emèrgere, da cui il titolo della mostra decentralizzata, sviluppandosi nella messa in scena di due ambienti relativi al piano terra e al piano sotterrano dell’associazione.
Un primo portale scenografico realizzato da Livia Ribichini si costituisce di materiale eterogeneo, elementi edilizi si combinano a simbologie stampate in 3D per alterare da subito lo spazio espositivo e introdurre ad un ambiente apparentemente vuoto che si esperisce solo mediante l’utilizzo del proprio personale device e con un’attenta osservazione del luogo. La realtà aumentata di Livia Ribichini e gli interventi su parete di Giorgia Errera sono risultato di sopralluoghi sul territorio bolognese con un interesse rivolto all’architettura abbandonata e incompiuta nel primo caso, e verso una traduzione e reinterpretazione di tracce del linguaggio urbano nel secondo. Il dialogo aperto fra i lavori delle artiste manifesta una dimensione altra caratterizzata da una circolarità temporale e una sovrapposizione di interno ed esterno. Continuando nel percorso dello spazio espositivo, le scale divengono un secondo portale percepito nel passaggio dal primo ambiente particolarmente luminoso al buio cosmico del piano sottostante. Nel seminterrato, il lungometraggio di Giorgia Errera [CC] - 2001: Odissea nello spazio basato sulle closed caption a schermo completamente nero, estremizza la sottrazione di immagine e suono. Non si osservano immagini in movimento, non si ascoltano suoni diretti, la proiezione, piuttosto, stimola e sprona la creazione soggettiva di suoni e forme attingendo al proprio immaginario. In questo modo l’opera sospende il tempo e lo spazio e raccoglie la fine del percorso espositivo in un’atmosfera d’attesa.
Bio artiste
Giorgia Errera (1997, Anzio) si diploma nel 2020 in Arte e Ambiente all’Accademia di Belle Arti di Roma dove al momento frequenta il biennio di Arte Ambientale e Linguaggi Sperimentali. La sua ricerca si nutre di contaminazioni con il campo delle scienze sociali e propone un’interpretazione dei sistemi delle tecnologie dell’informazione e comunicazione di massa. Ha partecipato a diverse mostre collettive, tra cui: Nel segno della libertà, Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, Roma (2022); Lo sguardo oltre, Forte Antenne, Roma (2022); #EX_TRA, Piazza della Pigna, Viale dell’Acquedotto Alessandrino, Roma (2022); Punto di arrivo nel nuovo mondo, Bunker Soratte, Sant’Oreste, RM (2021), Incursione - Scoppio, Scoppio, TR (2020). Ha vinto il Premio Fregellae 2022 e ha ricevuto la menzione speciale al Premio Internazionale Battista Calapai e Theodora Van Mierlo Benedetti (2022)
Livia Ribichini (1994, Roma) è artista e scenografa, vive e lavora a Groningen. Da una formazione in Scenografia (Accademia di Belle Arti, Roma, 2017), Ribichini ha iniziato la sua carriera realizzando installazioni luminose e studiando le interazioni tra lo spettatore e lo spazio fisico. Ha completato un master in Media, Arte, Design e Tecnologia (Hanze University, Groningen, 2021). La sua ricerca riflette sulla diversità delle identità tra utenti e avatar nel mondo virtuale e fisico. Sperimenta sensazioni, percezioni, nuovi media e tecnologia. Ha lavorato con Rewire Festival (NL), Inter-University Center for Dance Berlin (DE) e Museo Nazionale Scienza e Tecnologia (IT).
ALTRE MOSTRE DELLA COLLETTIVA DECENTRALIZZATA
L’artist run space Parentesi Tonde a Palermo vede allestita nei propri spazi la mostra di Marta Guidotti e Marco Ceccarelli a cura di Elisa Muscatelli; Porto Simpatica a Roma ospita il progetto di Roberto Orlando ed Eliel David Pérez Martínez curato da Tabea Badami; zolforosso Venezia ospita la mostra di Francesco Bendini e Ketty Gobbo curata da Leonardo Bentini; Habitat Ottantatre a Verona accoglie l’esposizione di Tania Cellini e Laura Pernechele a cura di Carlo Corona.
Dal primo numero editoriale e cartaceo del magazine, i curatori e gli artisti coinvolti inaugurano contemporaneamente la mostra decentralizzata coinvolgendo cinque spazi no-profit di arte contemporanea sparsi sul territorio italiano. Le realtà espositive coinvolte sono Parentesi Tonde a Palermo, Porto Simpatica a Roma, Adiacenze a Bologna, zolforosso a Venezia e Habitat Ottantatre a Verona.
Adiacenze ospita le artiste Giorgia Errera e Livia Ribichini con la curatela di Linda Carluccio. L’esposizione prende quindi avvio dalla ripresa dei dialoghi e confronti attivati oltre un anno fa confluiti nel magazine cartaceo e presenta lavori inediti delle due giovani artiste emergenti. In linea con il sentire di Adiacenze, la mostra espone opere nate in relazione al luogo stesso in cui si installano, perseguendo una sperimentazione delle ricerche delle artiste.
La mostra nasce a partire da riflessioni attorno al tema dello spazio fisico e si allinea con il tema editoriale emèrgere, da cui il titolo della mostra decentralizzata, sviluppandosi nella messa in scena di due ambienti relativi al piano terra e al piano sotterrano dell’associazione.
Un primo portale scenografico realizzato da Livia Ribichini si costituisce di materiale eterogeneo, elementi edilizi si combinano a simbologie stampate in 3D per alterare da subito lo spazio espositivo e introdurre ad un ambiente apparentemente vuoto che si esperisce solo mediante l’utilizzo del proprio personale device e con un’attenta osservazione del luogo. La realtà aumentata di Livia Ribichini e gli interventi su parete di Giorgia Errera sono risultato di sopralluoghi sul territorio bolognese con un interesse rivolto all’architettura abbandonata e incompiuta nel primo caso, e verso una traduzione e reinterpretazione di tracce del linguaggio urbano nel secondo. Il dialogo aperto fra i lavori delle artiste manifesta una dimensione altra caratterizzata da una circolarità temporale e una sovrapposizione di interno ed esterno. Continuando nel percorso dello spazio espositivo, le scale divengono un secondo portale percepito nel passaggio dal primo ambiente particolarmente luminoso al buio cosmico del piano sottostante. Nel seminterrato, il lungometraggio di Giorgia Errera [CC] - 2001: Odissea nello spazio basato sulle closed caption a schermo completamente nero, estremizza la sottrazione di immagine e suono. Non si osservano immagini in movimento, non si ascoltano suoni diretti, la proiezione, piuttosto, stimola e sprona la creazione soggettiva di suoni e forme attingendo al proprio immaginario. In questo modo l’opera sospende il tempo e lo spazio e raccoglie la fine del percorso espositivo in un’atmosfera d’attesa.
Bio artiste
Giorgia Errera (1997, Anzio) si diploma nel 2020 in Arte e Ambiente all’Accademia di Belle Arti di Roma dove al momento frequenta il biennio di Arte Ambientale e Linguaggi Sperimentali. La sua ricerca si nutre di contaminazioni con il campo delle scienze sociali e propone un’interpretazione dei sistemi delle tecnologie dell’informazione e comunicazione di massa. Ha partecipato a diverse mostre collettive, tra cui: Nel segno della libertà, Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, Roma (2022); Lo sguardo oltre, Forte Antenne, Roma (2022); #EX_TRA, Piazza della Pigna, Viale dell’Acquedotto Alessandrino, Roma (2022); Punto di arrivo nel nuovo mondo, Bunker Soratte, Sant’Oreste, RM (2021), Incursione - Scoppio, Scoppio, TR (2020). Ha vinto il Premio Fregellae 2022 e ha ricevuto la menzione speciale al Premio Internazionale Battista Calapai e Theodora Van Mierlo Benedetti (2022)
Livia Ribichini (1994, Roma) è artista e scenografa, vive e lavora a Groningen. Da una formazione in Scenografia (Accademia di Belle Arti, Roma, 2017), Ribichini ha iniziato la sua carriera realizzando installazioni luminose e studiando le interazioni tra lo spettatore e lo spazio fisico. Ha completato un master in Media, Arte, Design e Tecnologia (Hanze University, Groningen, 2021). La sua ricerca riflette sulla diversità delle identità tra utenti e avatar nel mondo virtuale e fisico. Sperimenta sensazioni, percezioni, nuovi media e tecnologia. Ha lavorato con Rewire Festival (NL), Inter-University Center for Dance Berlin (DE) e Museo Nazionale Scienza e Tecnologia (IT).
ALTRE MOSTRE DELLA COLLETTIVA DECENTRALIZZATA
L’artist run space Parentesi Tonde a Palermo vede allestita nei propri spazi la mostra di Marta Guidotti e Marco Ceccarelli a cura di Elisa Muscatelli; Porto Simpatica a Roma ospita il progetto di Roberto Orlando ed Eliel David Pérez Martínez curato da Tabea Badami; zolforosso Venezia ospita la mostra di Francesco Bendini e Ketty Gobbo curata da Leonardo Bentini; Habitat Ottantatre a Verona accoglie l’esposizione di Tania Cellini e Laura Pernechele a cura di Carlo Corona.