Inaugurazione:
12 marzo 2022
Sede:
Museo CAOS, Via Franco Molé 25, Terni
Artiste:
Sara Bonaventura ed Elisa Muliere con la partecipazione di Madelon Vriesendorp
A cura di:
Adiacenze e Anna Rosellini
Periodo:
dal 12 marzo al 24 aprile 2022
Sponsor tecnici:
Bazzica, Beaulieu Fibres International Terni, Enycs, Faroplast, Lucy Plast
Con il supporto di:
Le Macchine Celibi
Partner:
La Romita School of Art, HackLab Terni
Maggiori informazioni:
Scarica qui il press kit
ICONOPLAST è un progetto transdisciplinare delle artiste Sara Bonaventura ed Elisa Muliere, in collaborazione con Madelon Vriesendorp, artista olandese e co-fondatrice dello studio OMA, a cura di Adiacenze e Anna Rosellini. Il progetto debutterà il 12 marzo 2022 presso la project room Sala Ronchini del Museo CAOS di Terni. La mostra, visionabile fino al 24 aprile, è stata preceduta da un periodo di residenza presso il Museo CAOS, durante il quale le artiste hanno potuto collaborare con alcune aziende del territorio - Bazzica, Enycs, Faroplast, Lucy Plast, Meraklon - e con l’HackLab del museo per la produzione delle opere e del progetto espositivo.
ICONOPLAST è il racconto di un mondo e di un tempo altro, una speculazione sul futuro del materiale più iconico del nostro tempo: la plastica. Le artiste si inoltrano nell’immaginazione di uno scenario post-umano in cui la contaminazione e la mescolanza tra organico e artificiale sono i principi generativi di una nuova specie che si compone e si nutre di scarti di plastica, non più materia inerte, oggetto di scena dell’attività umana, ma presupposto creativo di nuova vita.
All’interno della Sala Ronchini, smaterializzazioni video, elementi scultorei e assemblaggi realizzati con plastiche di recupero, di scarto domestico o industriale compongono un ambiente sensuale, mutevole e pulsante, in pieno fermento vitale. Un habitat ancestrale e futuristico insieme che invita all’immersione, alla partecipazione empatica. Sotto la sua apparenza giocosa, questo microcosmo nasconde un destino drammatico per l’uomo, ma al tempo stesso si rivela terreno fertile per altre nuove, inaspettate specie che proliferano in una celebrazione continua della vita.
Sara Bonaventura ne narra la genesi in un video che oscilla tra il documentario scientifico e il racconto mitico, archetipico, dell’evoluzione della vita sulla Terra a partire da una visione microscopica. Nello stadio germinale di questa nuova era, infatti, i batteri hanno riconvertito le microplastiche presenti nelle acque del pianeta in petrolio, per poi crescere, proliferare e svilupparsi in simbiosi con questo in organismi sintetici.
Dalla dimensione cellulare e informe, poi, le creature di ICONOPLAST emergono dal loro caldo ‘brodo primordiale’ per occupare il pianeta in un inarrestabile slancio vitale. Sono le sculture di Elisa Muliere, che nella sua personale narrazione schizza avanti in un tempo ancora più lontano, verso un nuovo stadio evolutivo. I suoi sono esseri sinuosi, soffici, colorati. Nella loro piacevolezza avvicinano, invitano all’incontro tattile con la loro pelle-pellicola sintetica. Riproducendosi incessantemente, compongono una cosmogonia tentacolare e rizomatica, gioiosa e libera.
ICONOPLAST è il tentativo, per Bonaventura e Muliere, di ribaltare punto di vista, di suggerire una narrazione del futuro alternativa allo scenario oscuro, desolante e minaccioso dell’Antropocene. Le artiste ricorrono alla parabola dell’evoluzione per riconoscere la superiorità creativa di organismi come batteri e vegetali che, nell’elaborare soluzioni collaborative, sono in grado di abitare e proliferare in ambienti ostili alla vita. ICONOPLAST è metafora di questi altri mondi e altri modi di generare vita e di sopravvivere nella mescolanza. Non è spazio di sovranità, esclusivo, ma luogo della coabitazione e del con-divenire in solidarietà tra organismi viventi e non. Immaginare tempi e scenari possibili è la modalità con cui le artiste invitano a riconsiderare la posizione di privilegio dell’essere umano sulla Terra, forma di costruzione attiva di una nuova sensibilità nei confronti di altre specie e oggetti con cui condividiamo più o meno consapevoli lo spazio in cui viviamo.
ICONOPLAST è il racconto di un mondo e di un tempo altro, una speculazione sul futuro del materiale più iconico del nostro tempo: la plastica. Le artiste si inoltrano nell’immaginazione di uno scenario post-umano in cui la contaminazione e la mescolanza tra organico e artificiale sono i principi generativi di una nuova specie che si compone e si nutre di scarti di plastica, non più materia inerte, oggetto di scena dell’attività umana, ma presupposto creativo di nuova vita.
All’interno della Sala Ronchini, smaterializzazioni video, elementi scultorei e assemblaggi realizzati con plastiche di recupero, di scarto domestico o industriale compongono un ambiente sensuale, mutevole e pulsante, in pieno fermento vitale. Un habitat ancestrale e futuristico insieme che invita all’immersione, alla partecipazione empatica. Sotto la sua apparenza giocosa, questo microcosmo nasconde un destino drammatico per l’uomo, ma al tempo stesso si rivela terreno fertile per altre nuove, inaspettate specie che proliferano in una celebrazione continua della vita.
Sara Bonaventura ne narra la genesi in un video che oscilla tra il documentario scientifico e il racconto mitico, archetipico, dell’evoluzione della vita sulla Terra a partire da una visione microscopica. Nello stadio germinale di questa nuova era, infatti, i batteri hanno riconvertito le microplastiche presenti nelle acque del pianeta in petrolio, per poi crescere, proliferare e svilupparsi in simbiosi con questo in organismi sintetici.
Dalla dimensione cellulare e informe, poi, le creature di ICONOPLAST emergono dal loro caldo ‘brodo primordiale’ per occupare il pianeta in un inarrestabile slancio vitale. Sono le sculture di Elisa Muliere, che nella sua personale narrazione schizza avanti in un tempo ancora più lontano, verso un nuovo stadio evolutivo. I suoi sono esseri sinuosi, soffici, colorati. Nella loro piacevolezza avvicinano, invitano all’incontro tattile con la loro pelle-pellicola sintetica. Riproducendosi incessantemente, compongono una cosmogonia tentacolare e rizomatica, gioiosa e libera.
ICONOPLAST è il tentativo, per Bonaventura e Muliere, di ribaltare punto di vista, di suggerire una narrazione del futuro alternativa allo scenario oscuro, desolante e minaccioso dell’Antropocene. Le artiste ricorrono alla parabola dell’evoluzione per riconoscere la superiorità creativa di organismi come batteri e vegetali che, nell’elaborare soluzioni collaborative, sono in grado di abitare e proliferare in ambienti ostili alla vita. ICONOPLAST è metafora di questi altri mondi e altri modi di generare vita e di sopravvivere nella mescolanza. Non è spazio di sovranità, esclusivo, ma luogo della coabitazione e del con-divenire in solidarietà tra organismi viventi e non. Immaginare tempi e scenari possibili è la modalità con cui le artiste invitano a riconsiderare la posizione di privilegio dell’essere umano sulla Terra, forma di costruzione attiva di una nuova sensibilità nei confronti di altre specie e oggetti con cui condividiamo più o meno consapevoli lo spazio in cui viviamo.