Quando:
2 febbraio 2019 ore 15:00
Dove:
Piazza Nettuno (Bologna)
Artista:
Virginia Zanetti
In collaborazione con:
Adiacenze e Traffic Gallery
Con il Patrocinio di:
ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
I Pilastri della Terra è una performance ideata dall’artista toscana Virginia Zanetti articolato attraverso laboratori e workshop al fine di compiere azioni performative collettive.
Realizzato per la prima volta in India nel 2016 in diverse località di Goa e in diversi villaggi rurali nell'area tra gli stati del Maharashtra ed il Madhya Pradesh, grazie alla vincita di Movin’Up 2015, premio del MIBACT, poi portato in vari luoghi del mondo, tra cui il CAC Pecci di Prato e per una mostra personale l'Istituto di cultura italiano di New Delhi in India, verrà azionato sabato 2 Febbraio 2019 nella città di Bologna nell'ambito di ART CITY Segnala 2019 in occasione di Arte Fiera, in collaborazione con Adiacenze e Traffic Gallery, con il Patrocinio di ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
In due diversi luoghi della città di Bologna i partecipanti al workshop tenuto dall’artista, eseguiranno la posizione della verticale. Piccole formazioni a gruppi, simultaneamente tra loro, posizioneranno le proprie mani al suolo per erigere corpo e piedi verso l’alto. Ogni singolo individuo diviene in questo modo un pilastro, capace, insieme agli altri, di sorreggere il mondo.
In queste semplici e apparentemente spontanee azioni vi è un chiaro ribaltamento di visione all’interno del quale l’artista tenta di comporre un grande mosaico partendo da piccoli e individuali tasselli. Come dichiara la stessa Zanetti citando Daisaku Ikeda, “La rivoluzione umana di un singolo individuo può concorrere alla trasformazione e al cambiamento del destino di una nazione e infine a quello dell’umanità intera”.
I Pilastri della Terra è un progetto in divenire, replicabile all’infinito, solitamente azionato in spazi di precisa connotazione legati allo sfruttamento di risorse ambientali e umane. Ogni spazio coinvolto dalle azioni sopra descritte diviene luogo, ovvero uno spazio investito di particolari significati veicolati dalle persone coinvolte attivamente nell’atto performativo. Per la città di Bologna l’artista ha scelto dei luoghi simbolo della Resistenza italiana, anche in considerazione dell’attuale periodo socio-politico: davanti al Sacrario di Piazza Nettuno di Bologna e i calanchi di Sabbiuno. I valori della Resistenza saranno il punto di partenza tematico attraverso il quale l’artista condurrà il laboratorio di preparazione e formazione alle azioni performative, al fine di esplorare il potenziale collettivo e individuale delle persone.
In questo progetto, l’animazione sospesa di un immaginario impossibile inverte il senso della fisica, e riequilibra la reciprocità di una co-dipendenza tra luoghi e persone, diventando una produzione collettiva di una comunità. Lo scopo è quello di capovolgere il punto di vista, condividendo l’esperienza con persone provenienti da differenti ambiti, creando una comunità eterogenea errante alla ricerca di una nuova etica.
Il lavoro esplora i concetti di Rinascita, Resurrezione, Rivoluzione e Resistenza attraverso il cambiamento di ciò che si è soliti vedere, tramite un movimento di verticalità che vince la forza di gravità, sfidando la morte intesa anche in senso metaforico, sovvertendo la postura naturale del corpo umano tramite un atto di volontà.
Le persone che fanno la verticale sorreggono il mondo diventando i pilastri della terra e innescano un processo di costruzione collettiva di nuovi concetti, da utilizzare per trasformare il presente e disegnare nuove vie. Non a caso le performance collettive avvengono in luoghi dove i partigiani hanno dato la loro vita per difendere i valori di libertà, solidarietà, antifascismo, dignità della vita.
I Pilastri della Terra è un progetto in divenire, replicabile all’infinito, solitamente azionato in spazi di precisa connotazione legati allo sfruttamento di risorse ambientali e umane. Ogni spazio coinvolto dalle azioni sopra descritte diviene luogo, ovvero uno spazio investito di particolari significati veicolati dalle persone coinvolte attivamente nell’atto performativo. Per la città di Bologna l’artista ha scelto dei luoghi simbolo della Resistenza italiana, anche in considerazione dell’attuale periodo socio-politico: davanti al Sacrario di Piazza Nettuno di Bologna e i calanchi di Sabbiuno. I valori della Resistenza saranno il punto di partenza tematico attraverso il quale l’artista condurrà il laboratorio di preparazione e formazione alle azioni performative, al fine di esplorare il potenziale collettivo e individuale delle persone.
In questo progetto, l’animazione sospesa di un immaginario impossibile inverte il senso della fisica, e riequilibra la reciprocità di una co-dipendenza tra luoghi e persone, diventando una produzione collettiva di una comunità. Lo scopo è quello di capovolgere il punto di vista, condividendo l’esperienza con persone provenienti da differenti ambiti, creando una comunità eterogenea errante alla ricerca di una nuova etica.
Il lavoro esplora i concetti di Rinascita, Resurrezione, Rivoluzione e Resistenza attraverso il cambiamento di ciò che si è soliti vedere, tramite un movimento di verticalità che vince la forza di gravità, sfidando la morte intesa anche in senso metaforico, sovvertendo la postura naturale del corpo umano tramite un atto di volontà.
Le persone che fanno la verticale sorreggono il mondo diventando i pilastri della terra e innescano un processo di costruzione collettiva di nuovi concetti, da utilizzare per trasformare il presente e disegnare nuove vie. Non a caso le performance collettive avvengono in luoghi dove i partigiani hanno dato la loro vita per difendere i valori di libertà, solidarietà, antifascismo, dignità della vita.