Artista:
Irene Dionisio
A cura di:
Giulia Simi
Inaugurazione:
16 aprile 2019
Periodo:
16 aprile - 5 maggio 2019
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Martedì 16 aprile alle ore 19:30 Adiacenze inaugura PROIBITISSIMO!, un progetto dell’artista e regista torinese Irene Dionisio nato in collaborazione con Vittorio Sclaverani e Viola Invernizzi. Il film Il mio unico crimine è vedere chiaro nella notte, presentato per la prima volta alla Biennale dell’immagine in movimento di Ginevra lo scorso novembre, sarà visibile in première italiana negli spazi di Adiacenze in un percorso espositivo che intreccia installazioni sonore, fotografie, sculture dopo il primo allestimento al Pav di Torino curato da Viola Invernizzi.
La mostra è preceduta da un incontro al Cinema Lumière (piazzatta Pasolini) il 15 Aprile alle ore 20.00 dove Irene Dionisio e Anna Fiaccarini, responsabile di Italia Taglia, progetto di ricerca sulla censura cinematografica in Italia promosso da Cineteca di Bologna e MiBAC, presentano Totò che visse due volte (1998), film di Daniele Ciprì e Franco Maresco appena restaurato.
Se c’è una certezza su cui tutti gli archivi di immagini poggiano, quella è la lacuna. Il salto, il vuoto, la mancanza. L’immagine che non c’è, l’immagine scomparsa. Forse cancellata, forse distrutta, forse tagliata. Nei vuoti d’archivio spesso si cela l’azione di rimozione operata da una furia iconoclasta, come più volte è accaduto nelle tragedie della storia, o dall’oblio sottile e potente di una cultura che seppellisce le tracce di un passato da dimenticare sotto la polvere del tempo. A volte invece il vuoto è quello del taglio chirurgico della censura di stato, che interviene, con lo sguardo ammonitore e moralizzante del “padre di famiglia”, a valutare - censere, da qui deriva il termine - il grado di risonanza e di armonia con i valori morali e l’autorità delle istituzioni. Ma la storia, diceva Walter Benjamin, va “spazzolata contropelo”, a cercare le dissonanze, le immagini distoniche, le parole che stridono e increspano la superficie di un racconto narrato nell’ovatta dell’etica pubblica dominante. Compito dello storico è dunque mettere in atto quel ritorno del rimosso in grado di ricostruire, non senza disagio, i vuoti del passato che interrogano, incessanti, il presente. Compito dello storico, sì, ma sempre di più anche dell’artista. È in questo percorso di disseppellimento delle immagini che si colloca l’operazione di Irene Dionisio. Proibitissimo! è un film, una ricerca, un’installazione, dove le ferite della censura cinematografica, in Italia attiva dal 1913, riemergono a comporre, come i frammenti di un cadavre exquis, il corpo delle immagini rimosse dalla storia.
Dopo uno scavo d’archivio condotto in gran parte al Museo del Cinema di Torino, Dionisio sceglie di rimettere in scena una serie di sequenze tagliate nella storia del cinema italiano con un criterio cronologico dal 1951 al 1998. Attraverso un lavoro di stilizzazione di costumi e scenografie, le sequenze riprendono forma nel film Il mio unico crimine è vedere chiaro nella notte che, presentato per la prima volta alla Biennale dell’Immagine in Movimento di Ginevra lo scorso novembre, sarà visibile in première italiana negli spazi di Adiacenze, in un percorso espositivo dove la ricerca dell’artista prende corpo anche attraverso un’installazione sonora, una scultura, una fotografia. Così Cesare Zavattini descriveva il processo della censura nel 1960: I guasti della censura non sono riscontrabili principalmente nel veto clamoroso, nel sequestro, ma in intimidazioni più sotterranee, in logoramenti più segreti di cui gli autori sono vittime [...] Noi sappiamo benissimo che perfino gli autori che si credono più liberi, subiscono un’usura. La censura è stata dunque un potente dispositivo di offuscamento non solo dell’opera, ma del pensiero stesso che la precede, dell’immaginario da cui scaturisce. Gli spazi della galleria permetteranno ai visitatori di immergersi in un luogo dove le immagini sepolte riaffiorano, sintomi irriducibili, a turbare il presente. La mostra sarà preceduta da una serata organizzata con la collaborazione della Cineteca di Bologna, dove verrà proiettato il film di Daniele Ciprì e Franco Maresco Totò che visse due volte, vittima dell’ultima dibattuta censura italiana. Nel primo giudizio della commissione di revisione, il film viene bloccato e dichiarato “anti-religioso e offensivo del buon costume”. Dopo un acceso dibattito, la vittoria in appello permetterà poi una distribuzione con divieto di visione ai minori di 18 anni. La proiezione verrà preceduta da un incontro con l’artista e con Anna Fiaccarini, responsabile di Italia Taglia, progetto di ricerca sulla censura cinematografica in Italia, promosso da Cineteca di Bologna e MiBAC. PROIBITISSIMO! È un progetto di Irene Dionisio in collaborazione con Viola Invernizzi e Vittorio Sclaverani di Associazione Museo Nazionale con realizzato con il contributo del Centre d’Art Contemporain de Genève e di Hangar Creatività, con la collaborazione dell’Associazione Wild Strawberries, Dugong Film e Film Commission Torino Piemonte.
Sarà possibile visitare la mostra PROIBITISSIMO! dal 16 aprile al 5 maggio dal mercoledì al sabato dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 20. Irene Dionisio, regista e artista visiva (Torino,1986), è laureata in Filosofia della Storia. Si è inoltre formata con il collettivo curatoriale d'arte pubblica a.titolo, che attualmente produce i suoi documentari, con il documentarista Daniele Segre (Fare Cinema - Bobbio) e con la regista Alina Marazzi (Ied-Milano). Ha collaborato come regista e/o autrice con numerose case di produzione nazionali e internazionali. Cura dal 2010 progetti sociali, culturali legati a tematiche politiche quali l'integrazione e le questioni di genere.
E' al terzo anno di direzione artistica dello storico festival LGBT del Museo del Cinema di Torino da quest'anno alla 34esima edizione.
La sua produzione artistica include video-installazioni e documentari, fra cui Sponde. Nel sicuro sole del nord (2015) e La fabbrica è piena. Tragicommedia in otto atti (2011) che hanno partecipato a vari festival internazionali e ricevuto numerosi premi tra i quali il Premio Cariddi, il Premio Solinas, il Premio Scam e il Premio della Giuria al Cine Verité in Iran.
I suoi video sono stati esposti al Pac di Milano, al Museo Berardo di Lisbona e al MamBo di Bologna. Ha partecipato nel Novembre 2018 come unica artista italiana alla Biennale di Ginevra a cura di Andrea Lissoni e Andrea Bellini. E’ stata inoltre invitata nel 2019 dal Castello di Rivoli di Torino a partecipare come giovane artista al The Piedmont Pavilion, una mostra realizzata da un’idea di Carolyn Christov-Bakargiev e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Marianna Vecellio.
Le ultime cose (Tempesta) è il suo primo lungometraggio di finzione, presentato in anteprima mondiale durante la Settimana della Critica di Venezia e distribuito dall'Istituto Luce Cinecittà nell'autunno 2016. Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali tra cui Gotemborg Film Festival, Moscow International Film Festival, Open Roads a New York. E' stato nominato ai David di Donatello 2017, al Globo d’Oro 2017 come miglior opera prima e ha vinto un Nastro D'argento Speciale alla sceneggiatura nel 2017.
Dopo uno scavo d’archivio condotto in gran parte al Museo del Cinema di Torino, Dionisio sceglie di rimettere in scena una serie di sequenze tagliate nella storia del cinema italiano con un criterio cronologico dal 1951 al 1998. Attraverso un lavoro di stilizzazione di costumi e scenografie, le sequenze riprendono forma nel film Il mio unico crimine è vedere chiaro nella notte che, presentato per la prima volta alla Biennale dell’Immagine in Movimento di Ginevra lo scorso novembre, sarà visibile in première italiana negli spazi di Adiacenze, in un percorso espositivo dove la ricerca dell’artista prende corpo anche attraverso un’installazione sonora, una scultura, una fotografia. Così Cesare Zavattini descriveva il processo della censura nel 1960: I guasti della censura non sono riscontrabili principalmente nel veto clamoroso, nel sequestro, ma in intimidazioni più sotterranee, in logoramenti più segreti di cui gli autori sono vittime [...] Noi sappiamo benissimo che perfino gli autori che si credono più liberi, subiscono un’usura. La censura è stata dunque un potente dispositivo di offuscamento non solo dell’opera, ma del pensiero stesso che la precede, dell’immaginario da cui scaturisce. Gli spazi della galleria permetteranno ai visitatori di immergersi in un luogo dove le immagini sepolte riaffiorano, sintomi irriducibili, a turbare il presente. La mostra sarà preceduta da una serata organizzata con la collaborazione della Cineteca di Bologna, dove verrà proiettato il film di Daniele Ciprì e Franco Maresco Totò che visse due volte, vittima dell’ultima dibattuta censura italiana. Nel primo giudizio della commissione di revisione, il film viene bloccato e dichiarato “anti-religioso e offensivo del buon costume”. Dopo un acceso dibattito, la vittoria in appello permetterà poi una distribuzione con divieto di visione ai minori di 18 anni. La proiezione verrà preceduta da un incontro con l’artista e con Anna Fiaccarini, responsabile di Italia Taglia, progetto di ricerca sulla censura cinematografica in Italia, promosso da Cineteca di Bologna e MiBAC. PROIBITISSIMO! È un progetto di Irene Dionisio in collaborazione con Viola Invernizzi e Vittorio Sclaverani di Associazione Museo Nazionale con realizzato con il contributo del Centre d’Art Contemporain de Genève e di Hangar Creatività, con la collaborazione dell’Associazione Wild Strawberries, Dugong Film e Film Commission Torino Piemonte.
Sarà possibile visitare la mostra PROIBITISSIMO! dal 16 aprile al 5 maggio dal mercoledì al sabato dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 20. Irene Dionisio, regista e artista visiva (Torino,1986), è laureata in Filosofia della Storia. Si è inoltre formata con il collettivo curatoriale d'arte pubblica a.titolo, che attualmente produce i suoi documentari, con il documentarista Daniele Segre (Fare Cinema - Bobbio) e con la regista Alina Marazzi (Ied-Milano). Ha collaborato come regista e/o autrice con numerose case di produzione nazionali e internazionali. Cura dal 2010 progetti sociali, culturali legati a tematiche politiche quali l'integrazione e le questioni di genere.
E' al terzo anno di direzione artistica dello storico festival LGBT del Museo del Cinema di Torino da quest'anno alla 34esima edizione.
La sua produzione artistica include video-installazioni e documentari, fra cui Sponde. Nel sicuro sole del nord (2015) e La fabbrica è piena. Tragicommedia in otto atti (2011) che hanno partecipato a vari festival internazionali e ricevuto numerosi premi tra i quali il Premio Cariddi, il Premio Solinas, il Premio Scam e il Premio della Giuria al Cine Verité in Iran.
I suoi video sono stati esposti al Pac di Milano, al Museo Berardo di Lisbona e al MamBo di Bologna. Ha partecipato nel Novembre 2018 come unica artista italiana alla Biennale di Ginevra a cura di Andrea Lissoni e Andrea Bellini. E’ stata inoltre invitata nel 2019 dal Castello di Rivoli di Torino a partecipare come giovane artista al The Piedmont Pavilion, una mostra realizzata da un’idea di Carolyn Christov-Bakargiev e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Marianna Vecellio.
Le ultime cose (Tempesta) è il suo primo lungometraggio di finzione, presentato in anteprima mondiale durante la Settimana della Critica di Venezia e distribuito dall'Istituto Luce Cinecittà nell'autunno 2016. Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali tra cui Gotemborg Film Festival, Moscow International Film Festival, Open Roads a New York. E' stato nominato ai David di Donatello 2017, al Globo d’Oro 2017 come miglior opera prima e ha vinto un Nastro D'argento Speciale alla sceneggiatura nel 2017.