Artista:
Alessio Barchitta
A cura di:
Beatrice Facchini e Greta Pasini, in collaborazione con Amerigo Mariotti e Giorgia
Tronconi di Adiacenze
Inaugurazione:
Sabato 5 Ottobre dalle 16 presso Villa Fibbia, Via Savena Abbandonato 2, Granarolo dell’Emilia,
Sabato 12 ottobre dalle 12, slargo Caduti al Pilastro, Granarolo dell’Emilia
Promosso da:
Comune di Granarolo dell'Emilia
Con il contributo di:
Regione Emilia-Romagna
In collaborazione con
Venturi Arte - Fonderia Artistica
Scarica qui il press kit
Che sia Prospero! è un evento unico ideato dall’artista siciliano Alessio Barchitta in occasione della quinta edizione di residenze d’artista Prospettive a cura di Adiacenze e promosso dal Comune di Granarolo dell’Emilia. L’artista ha lavorato sulla figura enigmatica del brigante Prospero Baschieri vissuto a cavallo tra il 1700 e il 1800 nella provincia di Bologna.
L’evento si divide in due appuntamenti: Sabato 5 ottobre a partire dalle 16:00 a Villa Fibbia (via Savena Abbandonato 2, Granarolo dell’Emilia) il pubblico sarà invitato a partecipare a una performance e alla visione delle opere prodotte da Barchitta durante la residenza dello scorso giugno.
Sabato 12 ottobre dalle 12 l’opera installativa verrà esposta nel parcheggio sul retro del comune di Granarolo dell’Emilia.
“Viva Pruspròn Baschira, ch’al s’lebbra dla mesna e dla liva”. “Viva Prospero Baschieri, che ci libera dalla macina e dalla leva” 1. La storia passata echeggia nei racconti collettivi arricchendosi di cuore in bocca, di storia in storia e di generazione in generazione, carica di emozione serve per rivivere un ricordo destinato altrimenti a svanire sulle pagine del tempo, specialmente se piena di importanza collettiva e di focosa emancipazione.
Negli scorsi mesi Alessio Barchitta, artista siciliano nato a Barcellona Pozzo di Gotto, ha scelto di tracciare nuovamente un racconto, una storia nella Storia: quella di Prospero Baschieri, contadino e brigante glorioso, vissuto e morto a cavallo tra il 1700 e il 1800 nelle zone della “Bassa Bolognese”. L’incontro di Barchitta con questa enigmatica figura parte dal desiderio di conoscere il territorio di Granarolo e di Villa Fibbia, dove a giugno è stato ospitato in residenza per due settimane. La tenuta sorge nelle zone in cui Prospero Baschieri, nato nel vicino Comune di Budrio, visse da contadino lavorando la terra sino a quando diventò il primo rappresentante del fuoco rivoluzionario dovuto al malcontento della sua gente. Durante l’occupazione napoleonica i contadini, stanchi dei continui aumenti delle tasse sulla macina e dell’obbligo alla leva militare per un imperatore e un popolo lontani, trovarono in Prospero una via per emanciparsi dal potere oppressore.
Tra le varie architetture di Villa Fibbia, l'artista ha scelto di lavorare con la colombaia, un luogo da sempre legato a doppio filo ai campi agricoli, dove venivano allevati i colombi con finalità di caccia e di comunicazione con il centro città; zone vissute da Baschieri durante gli anni di fuga e dove ipoteticamente si sarebbe potuto rifugiare. Qui Alessio Barchitta ha realizzato una grande installazione che riproduce il volto del brigante da lui immaginato a partire da un identikit della polizia del 1810. La scultura è formata da una struttura in bambù e fil di ferro, su cui Barchitta ha modellato una mistura di erba e fieno raccolti nei pressi della tenuta fino a creare i tratti somatici e la capigliatura di Prospero Baschieri.
L’installazione verrà presentata al pubblico il 5 ottobre, giorno in cui si terrà anche una performance in cui il pubblico è chiamato a prendere parte. Barchitta vuole rievocare un’ultima cena in memoria del brigante morto ammazzato in seguito a un tradimento da parte della famiglia budriese che lo stava nascondendo dai soldati napoleonici. Nel momento dell’agguato, infatti, Prospero Baschieri stava mangiando delle mistocchine, un dolce povero della tradizione, realizzato con farina di castagne. Barchitta userà uno stampo in bronzo prodotto in collaborazione con la fonderia artistica Venturi Arte per imprimere il volto, da lui stesso disegnato, sulle cento mistocchine realizzate in occasione della performance, per evocare il numero dei soldati che lo catturarono. Il timbro è stato creato a partire dall’idea del fuoco e della fiamma, elemento pagano purificatore che sigillerà simbolicamente la condivisione di un’esperienza nutriente, nei ricordi dei partecipanti.
Il 12 ottobre si terrà il secondo appuntamento nel centro storico di Granarolo dell’Emilia, giorno in cui la grande scultura verrà collocata al centro di un grande slargo, dietro all’edificio del comune. Fuori dal contesto che l’ha vista generarsi, la scultura sarà immersa in un luogo pubblico richiamando alla memoria la realtà storica, che vide la vera testa di Prospero Baschieri esposta in due piazze in segno di vittoria contro il brigante.
1. Cit. in Prospero Baschieri, Contadino capobrigante, Fedora Servetti Donati, 1989.
L’evento si divide in due appuntamenti: Sabato 5 ottobre a partire dalle 16:00 a Villa Fibbia (via Savena Abbandonato 2, Granarolo dell’Emilia) il pubblico sarà invitato a partecipare a una performance e alla visione delle opere prodotte da Barchitta durante la residenza dello scorso giugno.
Sabato 12 ottobre dalle 12 l’opera installativa verrà esposta nel parcheggio sul retro del comune di Granarolo dell’Emilia.
“Viva Pruspròn Baschira, ch’al s’lebbra dla mesna e dla liva”. “Viva Prospero Baschieri, che ci libera dalla macina e dalla leva” 1. La storia passata echeggia nei racconti collettivi arricchendosi di cuore in bocca, di storia in storia e di generazione in generazione, carica di emozione serve per rivivere un ricordo destinato altrimenti a svanire sulle pagine del tempo, specialmente se piena di importanza collettiva e di focosa emancipazione.
Negli scorsi mesi Alessio Barchitta, artista siciliano nato a Barcellona Pozzo di Gotto, ha scelto di tracciare nuovamente un racconto, una storia nella Storia: quella di Prospero Baschieri, contadino e brigante glorioso, vissuto e morto a cavallo tra il 1700 e il 1800 nelle zone della “Bassa Bolognese”. L’incontro di Barchitta con questa enigmatica figura parte dal desiderio di conoscere il territorio di Granarolo e di Villa Fibbia, dove a giugno è stato ospitato in residenza per due settimane. La tenuta sorge nelle zone in cui Prospero Baschieri, nato nel vicino Comune di Budrio, visse da contadino lavorando la terra sino a quando diventò il primo rappresentante del fuoco rivoluzionario dovuto al malcontento della sua gente. Durante l’occupazione napoleonica i contadini, stanchi dei continui aumenti delle tasse sulla macina e dell’obbligo alla leva militare per un imperatore e un popolo lontani, trovarono in Prospero una via per emanciparsi dal potere oppressore.
Tra le varie architetture di Villa Fibbia, l'artista ha scelto di lavorare con la colombaia, un luogo da sempre legato a doppio filo ai campi agricoli, dove venivano allevati i colombi con finalità di caccia e di comunicazione con il centro città; zone vissute da Baschieri durante gli anni di fuga e dove ipoteticamente si sarebbe potuto rifugiare. Qui Alessio Barchitta ha realizzato una grande installazione che riproduce il volto del brigante da lui immaginato a partire da un identikit della polizia del 1810. La scultura è formata da una struttura in bambù e fil di ferro, su cui Barchitta ha modellato una mistura di erba e fieno raccolti nei pressi della tenuta fino a creare i tratti somatici e la capigliatura di Prospero Baschieri.
L’installazione verrà presentata al pubblico il 5 ottobre, giorno in cui si terrà anche una performance in cui il pubblico è chiamato a prendere parte. Barchitta vuole rievocare un’ultima cena in memoria del brigante morto ammazzato in seguito a un tradimento da parte della famiglia budriese che lo stava nascondendo dai soldati napoleonici. Nel momento dell’agguato, infatti, Prospero Baschieri stava mangiando delle mistocchine, un dolce povero della tradizione, realizzato con farina di castagne. Barchitta userà uno stampo in bronzo prodotto in collaborazione con la fonderia artistica Venturi Arte per imprimere il volto, da lui stesso disegnato, sulle cento mistocchine realizzate in occasione della performance, per evocare il numero dei soldati che lo catturarono. Il timbro è stato creato a partire dall’idea del fuoco e della fiamma, elemento pagano purificatore che sigillerà simbolicamente la condivisione di un’esperienza nutriente, nei ricordi dei partecipanti.
Il 12 ottobre si terrà il secondo appuntamento nel centro storico di Granarolo dell’Emilia, giorno in cui la grande scultura verrà collocata al centro di un grande slargo, dietro all’edificio del comune. Fuori dal contesto che l’ha vista generarsi, la scultura sarà immersa in un luogo pubblico richiamando alla memoria la realtà storica, che vide la vera testa di Prospero Baschieri esposta in due piazze in segno di vittoria contro il brigante.
1. Cit. in Prospero Baschieri, Contadino capobrigante, Fedora Servetti Donati, 1989.