Inaugurazione:
mercoledì 8 giugno 2022, dalle ore 15 alle 21
Ingresso con prenotazione obbligatoria al link
Artista:
Alessandro Sambini
Sede:
Adiacenze, Vicolo Spirito Santo 1/b, Bologna
A cura di:
Andrea Tinterri e Adiacenze
Periodo:
dal 8 giugno al 19 luglio 2022
Orari:
mer-sab, 16.00-20.00
In collaborazione con:
gli studenti e gli alumni del corso AMaC (Arts, Museology and Curatorship) dell’Università di Bologna
Con il patrocinio di:
Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
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Mercoledì 8 giugno dalle ore 15, Adiacenze inaugura Tecnocopia, la personale di Alessandro Sambini, a cura di Andrea Tinterri e Adiacenze. In collaborazione con gli studenti e gli alumni del corso AMaC (Arts, Museology and Curatorship) dell’Università di Bologna (Matheus Borgatto, Maya De Martin Fabbro, Margherita Martini, Léonie Rauch, Flavia Criscione, Lucia Lerco, Eloisa Magiera, Maddalena Manera, Camilla Santoni, Viviana Sacchi, Beatrice
Sartori, Paolo Spagnoletti).
Con il patrocinio del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
Ogni nuovo mondo e ogni persona che lo occupa ha bisogno di essere rappresentata, ha la necessità di possedere immagini che identifichino il territorio conquistato e i propri abitanti. Nei suoi albori la fotografia è servita a caratterizzare il volto della nuova classe borghese, persone che volevano “guardarsi”, riconoscersi e quindi esistere. Pionieri che si specchiano nel proprio volto e in quello dei propri simili per essere comunità, per innescare quel racconto alla base di ogni Creazione. La fotografia è atto identitario, restituzione ideologica dello spazio sottratto alla sua estensione tridimensionale. E non esiste Creazione senza ideologia, non esiste Creazione senza immagine. Dall’8 giugno al 19 luglio lo spazio di Adiacenze in Vicolo Spirito Santo a Bologna diventa un incubatore di nuove frontiere; il lavoro di Alessandro Sambini inviterà gli spettatori, uno alla volta, a prendere parte alla performance virtuale Tecnocopia da lui ideata.
Ogni nuovo mondo e ogni persona che lo occupa ha bisogno di essere rappresentata, ha la necessità di possedere immagini che identifichino il territorio conquistato e i propri abitanti. Nei suoi albori la fotografia è servita a caratterizzare il volto della nuova classe borghese, persone che volevano “guardarsi”, riconoscersi e quindi esistere. Pionieri che si specchiano nel proprio volto e in quello dei propri simili per essere comunità, per innescare quel racconto alla base di ogni Creazione. La fotografia è atto identitario, restituzione ideologica dello spazio sottratto alla sua estensione tridimensionale. E non esiste Creazione senza ideologia, non esiste Creazione senza immagine. Dall’8 giugno al 19 luglio lo spazio di Adiacenze in Vicolo Spirito Santo a Bologna diventa un incubatore di nuove frontiere; il lavoro di Alessandro Sambini inviterà gli spettatori, uno alla volta, a prendere parte alla performance virtuale Tecnocopia da lui ideata.